Gian Butturini – pas un raciste !

Gian ButturiniLondres par Gian Butturini et les conséquences ….Gian Butturini

 
Les réactions négatives au livre de Gian Butturini Londres par Gian Butturini ne sont pas sans conséquences.

La propagande contre une double page dans cette publication n’est pas liée à un débat objectif.

La demande de brûler le livre est scandaleuse et réveille le souvenir d’événements historiques
 
Il est fatal de détecter une tendance raciste dans la photographie correspondante de la double page de Londres de Gian Butturini. Le contexte et la déclaration sont mal jugés. Et l’auteur, le photojournaliste Gian Butturini, est lésé. Et l’auteur, le photojournaliste Gian Butturini, se trompe.
 
Gian Butturini a créé le livre illustré en 1969, une réflexion sur les conditions de vie à Londres. Certaines de ses pensées et de ses sentiments à la suite de ses rencontres datent de cette époque, consignées dans son autobiographie Daiquiri:
 
In Inghilterra gli immigrati di colore sono apparentemente tollerati, ma in pratica emarginati Basta girare per Londra , per rendersi conto di come i neri sono impiegati nei lavori più umili: spazzini, bigliettai sui bus, manovali negli scavi urbani. Nel sud-ovest c’è un quartiere che ogni tanto esplode, pericoloso contenitore di contraddizioni  che generano violenza quando la tensione è arrivata ad un livello massimo. Nel mercato ortofrutticolo avevo scattato alcune immagini di donne che pescavano nei rifiuti, ma quando avevo puntato l’ obiettivo su un bar di prostitute, un nero massiccio mi aveva rincorso infuriato, lasciandomi scarse possibilità di salvezza. Lo avevo affrontato senza speranza, gridando nel mio incerto inglese “i’m your friend, i’m Italian, I Love Martin Luter King, Malcom X…. Angela Davis!”.
Mi rendevo conto che era la versione tragicomica di un noto film di Sordi, ma si trattava pur sempre di fargli richiudere il coltello che mi stava agitando davanti agli occhi. L’ arrivo di due poliziotti era stato provvidenziale. 
Mogi mogi ci eravamo diretti verso la metropolitana, mentre Emilio digrignando i denti continuava a mormorare: “lo sapevo che sarebbe finita così, con te non si è mai sicuri di portare a casa la pelle”.. 
Nella carrozza di fronte a noi era seduta una donna di colore con un bambino in braccio. Continuavo a ripetermi che i neri in fondo erano brava gente e che una eccezione non cambiava le mie sicurezze! “I bianchi sono indubbiamente peggiori!” Per esorcizzare la spiacevole avventura avevo cominciato a fotografare la signora di colore, che mi aveva contraccambiato con un sorriso . La pace era fatta.
Letizia mi aveva guardato negli occhi con aria di sfida, ed io avevo appena fatto in tempo a sussurrarle “domani sera al Coventy Garden c’è Julian Back … ci vediamo alle nove”.
“Abbasso lo stato, abbasso la polizia, abbasso la violenza, abbasso il denaro, abbasso il capitalismo, abbasso l’esercito, abbasso le prigioni, abbasso la repressione, abbasso la guerra, abbasso le frontiere, abbasso le classi, abbasso l’avidità, abbasso il razzismo; viva l’anarchia, viva la libertà, viva l’amore, viva il mondo nuovo, viva l’umanità, viva la fede, viva l’individuo, viva la pace, viva la terra, viva l’unità, viva la comunità, viva la verità!
 
L’accusation de racisme ou de soutien au racisme, à laquelle Martin Parr -de plus amples informations sur Martin Parr sont disponibles à l’adresse suivante   –  http://menschmaus.eu/martin-parr-pas-un-raciste/ –  faire face en 2017 en tant qu’éditeur de la nouvelle édition du livre illustré de Butturini, publié pour la première fois en 1969, est un fait scandaleux. 

C’est injurieux, diffamatoire. Et elle s’inscrit dans une époque où les différences s’accompagnent d’une absence de pertinence pour la diffamation, où les droits à la liberté de l’opinion et la liberté de l’art sont mal utilisées.

Tout effort visant à mettre fin au racisme, de manière radicale et, si nécessaire, militante, ou à mettre au jour des événements en ayant recours au passé, est discrédité. 
Des affirmations simples et impossibles à prouver, comme le livre de Butturini sur la tendance raciste à faire condamner un raciste, par exemple, relèvent du domaine de la propagande.
Sentir quelque chose est une chose, prouver quelque chose en est une autre. Ce qui compte en fin de compte, c’est la clarté, et non la suspicion émotionnelle. 
J’attends avec impatience une évolution inquiétante qui est particulièrement dirigée contre toute forme de vie et d’art libertaire en tant que voix sociale.
 
Gian Butturini n’était pas un raciste. London by Gian Butturini n’est pas raciste. Le livre: ISBN 978-88-6208-558-8
 
 
Gian Butturini – kein Rassist
 
Gian Butturini  – London by Gian Butturini und die Folgen ….
 
Die negativen Reaktionen auf Gian Butturini’s Buch London by Gian Butturini bleiben nicht folgenlos.
Die Stimmungsmache gegen eine Doppelseite in dieser Publikation steht nicht in Zusammenhang mit einer sachlichen Auseinandersetzung.
Die Forderung, das Buch zu verbrennen, ist ungeheuerlich und erweckt Erinnerungen an historische Ereignisse….
 
Es ist fatal, in der korrespondierenden Photographie der Doppelseite in London by Gian Butturini eine rassistische Tendenz auszumachen. Verkannt werden Kontext und Aussage. Und dem Urheber, dem Photojournalisten Gian Butturini, geschieht Unrecht.
 
Gian Butturini schuf 1969 den Bildband, eine Reflexion auf die Verhältnisse in London. Aus dieser Zeit stammen einige seiner Gedanken und Empfindungen von dortigen Begegnungen, niedergeschrieben in der Autobiographie Daiquiri:
 
In Inghilterra gli immigrati di colore sono apparentemente tollerati, ma in pratica emarginati Basta girare per Londra , per rendersi conto di come i neri sono impiegati nei lavori più umili: spazzini, bigliettai sui bus, manovali negli scavi urbani. Nel sud-ovest c’è un quartiere che ogni tanto esplode, pericoloso contenitore di contraddizioni  che generano violenza quando la tensione è arrivata ad un livello massimo. Nel mercato ortofrutticolo avevo scattato alcune immagini di donne che pescavano nei rifiuti, ma quando avevo puntato l’ obiettivo su un bar di prostitute, un nero massiccio mi aveva rincorso infuriato, lasciandomi scarse possibilità di salvezza. Lo avevo affrontato senza speranza, gridando nel mio incerto inglese “i’m your friend, i’m Italian, I Love Martin Luter King, Malcom X…. Angela Davis!”.
Mi rendevo conto che era la versione tragicomica di un noto film di Sordi, ma si trattava pur sempre di fargli richiudere il coltello che mi stava agitando davanti agli occhi. L’ arrivo di due poliziotti era stato provvidenziale. 
Mogi mogi ci eravamo diretti verso la metropolitana, mentre Emilio digrignando i denti continuava a mormorare: “lo sapevo che sarebbe finita così, con te non si è mai sicuri di portare a casa la pelle”.. 
Nella carrozza di fronte a noi era seduta una donna di colore con un bambino in braccio. Continuavo a ripetermi che i neri in fondo erano brava gente e che una eccezione non cambiava le mie sicurezze! “I bianchi sono indubbiamente peggiori!” Per esorcizzare la spiacevole avventura avevo cominciato a fotografare la signora di colore, che mi aveva contraccambiato con un sorriso . La pace era fatta.
Letizia mi aveva guardato negli occhi con aria di sfida, ed io avevo appena fatto in tempo a sussurrarle “domani sera al Coventy Garden c’è Julian Back … ci vediamo alle nove”.
“Abbasso lo stato, abbasso la polizia, abbasso la violenza, abbasso il denaro, abbasso il capitalismo, abbasso l’esercito, abbasso le prigioni, abbasso la repressione, abbasso la guerra, abbasso le frontiere, abbasso le classi, abbasso l’avidità, abbasso il razzismo; viva l’anarchia, viva la libertà, viva l’amore, viva il mondo nuovo, viva l’umanità, viva la fede, viva l’individuo, viva la pace, viva la terra, viva l’unità, viva la comunità, viva la verità!
 
Martin Parr, Galerie Clémentine de la Férronière, Paris Photo
Martin Parr, Galerie Clémentine de la Férronière, Paris Photo

Der Vorwurf des Rassismus oder ihn zu unterstützen, den Martin Parr 2017 – weitere Einzelheiten zu Martin Parr unter http://menschmaus.eu/martin-parr-pas-un-raciste/  – als Herausgeber der Neuauflage von Butturini’s  1969 erstmalig erschienenen Bildbandes treffen sollte, ist ein skandalöser Vorgang. Er ist injuriös, verleumderisch. Und es passt in die Zeit, in der Differenzen von Unsachlichkeit bis Diffamierung begleitet werden, wobei die Rechte auf Freiheit der Meinung und Freiheit der Kunst missbräuchliche Verwendung finden.

Dabei wird jede Anstrengung, dem Rassismus, radikal und notfalls auch militant, ein Ende zu bereiten beziehungsweise in Rückgriff auf die Vergangenheit Geschehnisse aufzudecken, diskreditiert. 
Blosse und nicht beweisbare Behauptungen wie etwa das Buch von Butturini einer rassistischen Tendenz überführt zu haben, passen in das Metier der Stimmungsmache.
 
Etwas zu empfinden, ist das eine, etwas zu beweisen, das andere. Was letztlich zählt, ist die Eindeutigkeit und nicht ein emotionaler Verdacht. 
 
Ich sehe einer unheilvollen Entwicklung entgegen, die sich besonders gegen jede Form eines libertären Lebens und der Kunst als gesellschaftliche Stimme, richtet.
 
Gian Butturini war kein Rassist. London by Gian Butturini ist nicht rassistisch. Das Buch: ISBN 978-88-6208-558-8

 
 
 
Gian Butturini
Associazione Gian Butturini